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Giornata del malato oncologico, con le volontarie del policlinico

Un po’ amiche, un po’ sentinelle, un po’ consigliere, ma soprattutto una presenza che fa da ‘antidoto alla paura’ grazie alle informazioni sulle cure e alla compagnia: così le volontarie e i volontari dell’AIMaC (Associazione Italiana Malati di Cancro) ogni giorno supportano in Policlinico l’Unità di Oncologia nel rapporto continuo con i pazienti. In occasione della giornata nazionale del malato oncologico di domenica 21 maggio, Francesca e Deborah, che da novembre supportano i malati di tumore all’interno del reparto e del day hospital oncologico, hanno raccontato la propria esperienza. Le ragazze, entrambe laureate in Psicologia, entrano ogni giorno in contatto con decine di pazienti: in questi primi mesi dell’anno ne hanno seguiti 50 in day hospital e 20 nel reparto.

 

Le storie di vita emergono dal bisogno delle persone di capire meglio la malattia o dal semplice desiderio di parlare con qualcuno durante le lunghe attese in ospedale. “Di solito giriamo per il reparto o il day hospital con i libretti informativi in mano – spiegano – aspettiamo che la gente si avvicini e, a seconda di quello che ci chiedono, facciamo una chiacchierata”.

 

“L’unica volta che abbiamo cercato di insistere un po’ – ricorda Francesca – è stato con i genitori di un ragazzo di 24 anni, perché vedevamo molta preoccupazione nei loro volti. Con loro si è creato un bellissimo rapporto: crediamo di avergli dato una possibilità in più per entrare in contatto con la problematica della malattia, o più semplicemente avevano piacere di parlare un po’ con noi, anche perché il figlio è stato ricoverato qui per tanto tempo ed era un nostro coetaneo”.

 

In day hospital le volontarie dell’AIMaC incontrano soprattutto i malati, mentre alla postazione al piano terra del policlinico arrivano perlopiù i familiari. Nei volti di tutti si tocca con mano quella sofferenza che le volontarie cercano di trasformare in relazione positiva.

 

“C’è chi vuole informazioni pratiche, ad esempio sul parcheggio. Alcuni – proseguono Deborah e Francesca – ci chiedono dell’alimentazione in ambito oncologico, altri domandano supporto psicologico e noi li indirizziamo al servizio di psicologia clinica. Svolgiamo una funzione di mediazione e intercettiamo i bisogni”.

 

Infine Francesca e Deborah ripensano a uno degli incontri più belli: “Quello con Luciana, 75 anni d’età. Ogni volta che andiamo in reparto ci dice subito quando verrà la prossima volta, così noi possiamo tornare a trovarla. Lei ci tiene perché sta qui sola tutta la mattina”.

 

Un’esperienza intensa ed emozionante quella delle volontarie che stanno svolgendo il servizio civile nel Policlinico e che è stata apprezzata anche dal responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Oncologia Medica, Prof. Giuseppe Tonini: “Siamo lieti di avere tra i nostri collaboratori i volontari dell’Associazione Italiana Malati di Cancro. Il loro supporto è per noi strumento essenziale per accrescere ed essere più vicini ai pazienti e per migliorare il percorso di cura. Crediamo che il volontariato, soprattutto in ospedale, sia un fattore di arricchimento non solo per i pazienti ma anche per i medici e per tutte le figure a contatto con la malattia oncologica. La loro azione è una cura nella cura fatta di empatia e ascolto”. 

Il Prof. Tonini ha voluto poi ricordare anche i familiari: “E’ importante supportare le famiglie e i pazienti dal punto di vista psicologico ed è giusto considerare anche tutti i loro diritti nell’ambito del lavoro. Il messaggio che vorrei mandare in questa giornata dedicata al malato è che tutti, pazienti e familiari, non devono essere lasciati soli”.

 

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